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Carlo Pepi, Il don Chisciotte dell’arte
G. Recchia N. Filastò |
La frequentazione del Cenacolo della Valle Benedetta mi ha permesso di conoscere persone veramente speciali, quelle che non sono più con noi le ho scolpite nella mente e nel cuore. Devo ringraziare l’amico fraterno Mario Fiorini che nel 1994 mi presentò ai Cenacolisti. L’anfitrione ora purtroppo scomparso, Piero Monteverde padre di Umberto, mi accolse subito con una bonarietà che mi mise subito a mio agio. Fui felice di ricevere dalle sue mani il magnifico medaglione: ero entrato a pieno titolo fra i Cenacolisti. Fra le numerose persone che frequentano questo sodalizio, voglio parlare di Carlo Pepi. Prendo spunto da un libro a lui dedicato dal titolo: “Carlo Pepi, il don Chisciotte dell’arte ”, i giornalisti che l’hanno scritto sono Giuseppe Recchia e Nino Filastò. Perché il critico di arte Pepi viene descritto il don Chisciotte dell’arte? La sua valutazione che da dei quadri è dettata solo da un principio di onestà. Anche se fosse in possesso di tele che lui non giudica all’altezza della situazione, non darebbe mai giudizi azzardati per far lievitare le opere in questione e poi rivenderle. Credo che poche persone abbiano una conoscenza così approfondita del mondo dell’arte e per me è una persona semplicissima nei modi e nel linguaggio. Le persone intelligenti non hanno bisogno di vantarsi in prima persona. Le sue battaglie contro gli imbroglioni e i falsari non si contano, una volta per mettere la sua firma di autenticità su due tele gli fu offerto un assegno in bianco: “ Professore metta lei la cifra! “ Carlo prese l’assegno e glielo strappò in faccia. La sua onestà intellettuale e artistica viene confermata in un quadro che è stato inserito nel volume a lui dedicato (Senza titolo, olio su tela di Filippo Purromuto). Non aveva certo interesse ad elogiare questo artista, ma i suoi quadri gli sono piaciuti e per questo senza che nessuno glielo chiedesse lo ha gratificato con questa pubblicazione. Caro Pepi ti auguro di proseguire nella tua splendida professione per smascherare sempre i falsari e i profittatori. Si deve amare l’arte come hai sempre fatto tu e non trarne profitto con disonestà e malaffare. Grazie di quello che fai e che farai per l’arte. - GUGLIELMO CIACCI/IL CENACOLO della VALLA BENEDETTA |